Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Meditazione sull'inutilità della meditazione mentale


Non serve concentrarsi sul respiro,
mantralizzare l'AUM, svuotar la mente...
Fin quando l'uomo dorme come un ghiro
non può capir di non capire niente!

Nella stragrande maggioranza dei casi, colui che decide di avvicinarsi alla meditazione è in cerca di un riparo interiore alle vicissitudini della vita; desidera acquisire serenità ed autocontrollo, ambisce ad esplorare le parti più recondite del proprio sé. Ci si avvicina alla meditazione in modo esclusivamente mentale: è la nostra mente, dunque il nostro ego, che cerca nella meditazione un qualche conforto o soddisfazione spirituale. Le tecniche di meditazione che accentrano l'esercizio sul rilassamento del corpo e della mente, così come sulla ricerca e sviluppo dell'energia interiore, ottengono quale unico risultato quello di rafforzare ancor di più il nostro aspetto egoico, la nostra individualità ed il nostro senso di separazione dall'universo fenomenico che ci circonda. Sono pochissime le scuole di meditazione che insegnano a non riconoscersi più come un "se stesso" separato bensì come un'unità  inseparabile con il Tutto. Per una corretta meditazione rivolta alla vera ricerca spirituale, e non ad un semplice palliativo benessere psicofisico, occorre innanzitutto imparare a separare il vero "Se Stesso" dal nostro ego e dalla nostra personalità. La mente non deve essere lo strumento grazie al quale si pratica la meditazione ma deve essere anzi il primo strumento da riporre lontano da noi, da tenere in disparte. Il coinvolgimento mentale nella meditazione non può dare origine alla comprensione ed alla consapevolezza della quale la mente è proprio la prima nemica.