Meditazione sullo sforzo e l'abbandono
Se scorri insieme al fiume della vita
non servirà sforzarsi di nuotare.
La Mèta è una potente calamita:
ti lasci andare e ti trasporta al mare!
L'essere umano è condizionato dall'identificazione con il corpo-mente e di conseguenza vive rincorrendo i propri desideri e cercando di soddisfare le proprie aspettative e ambizioni personali. Ogni sforzo compiuto in questa direzione non fa che appesantire il già fragile equilibrio psicologico umano e la mancanza di successo porta sovente a forme depressive che sfociano in vere e proprie crisi esistenziali. Questa meditazione invita a non lasciarsi trascinare nel gorgo delle circostanze, non importa se positive o negative, che caratterizzano la propria esistenza bensì a lasciarsi andare ad un sereno stato di quiete interiore certi che, comunque sia, ciò che ci accadrà nella vita sarà solo e soltanto ciò che siamo destinati a sperimentare. Cercare di risalire controcorrente il fiume della vita implica uno sforzo enorme e scarsissime possibilità di successo. Non è scritto da nessuna parte che un desiderio debba avverarsi solo perché chi lo coltiva compie immani sforzi per giungere alla sua realizzazione. Ogni desiderio o necessità egoica nasce dal conflitto interno all'uomo stesso, alla costante ricerca di una gioia o soddisfazione che possa scacciare, anche solo per un solo istante, la rabbia e lo scontento accumulati a seguito dei numerosi fallimenti cui la vita necessariamente lo sottopone. Lasciarsi trasportare dagli eventi, senza avere una metà certa verso la quale indirizzare i nostri bisogni ed in nostri desideri, avvicina l'uomo al "saggio pensare" grazie al quale tutto ciò che non è realmente importante perde di importanza, mentre si ravviva il desiderio (stavolta non dettato dal bisogno egoico di soddisfazione) di percepirsi facenti parte di un unico flusso di manifestazione divina.