Meditazione sulla presa di coscienza riguardo l'esistenza terrena
Dimentica che sei, tu non sei niente
e non degnar la vita di uno sguardo.
Vivi, ma al mondo resta indifferente
ed il tuo oblio ti condurrà al traguardo
Il se stesso che occorre dimenticare è la falsa immagine di noi stessi creata dall'ego e dalla personalità. Tutte le afflizioni che nella vita sono causa di sofferenza provengono da questa nostra errata interpretazione dell'esistenza. Come inevitabile contrappasso dettato dal dualismo degli opposti interdipendenti, anche le gioie che proviamo nascono dal medesimo errore di interpretazione. Tuttavia, mentre le gioie sono effimere e possono essere facilmente sormontate dal sopraggiungere di un dolore, le afflizioni albergano in noi in modo più persistente in quanto sono lo stimolo necessario alla creazione di molti nuovi desideri che nella maggior parte dei casi saranno destinati a non avverarsi, aumentando così il senso di frustrazione. Colui che ha imparato a muoversi nella vita come in un sogno, dà a qualunque avvenimento della vita la giusta importanza: la stessa importanza che al risveglio potrebbe avere ciò che è avvenuto durante il sogno. Così come, dopo aver dato una rapida occhiata mentale al nostro sogno, generalmente questo viene dimenticato, è indispensabile imparare a dare il giusto valore a ciò che ci accade durante il falso stato di veglia che ci vede così coinvolti. L'indifferenza che si chiede al discepolo non è cinismo, come potrebbe sembrare in apparenza, ma vera Consapevolezza dell'Essere che, una volta risvegliato, è in grado di dare una semplice rapida occhiata a ciò che gli accade, senza distogliere la vista interiore da quella che è la Realtà ed il vero scopo del suo percepirsi in esistenza.