Meditazione sul reale senso della vita
La vita è molto più di alcuni anni
trascorsi tra le albe ed i tramonti,
passando il tempo ad inventarsi inganni,
correndo dietro a falsi tornaconti.
Per l'organismo corpo-mente il proprio vivere è considerato cosa del tutto normale. Mai si sofferma ad ammirare la complessità e precisione dei meccanismi biologici e chimici che mantengono il suo organismo fisico in vita ed in equilibrio pressoché perfetto. Mai si sofferma ad analizzare l'aspetto più impalpabile della sua specificità: quella mente senza la quale gli sarebbe impossibile percepire il suo stesso essere in esistenza. La mancanza di questa presa di coscienza degli strumenti fisici e mentali che lo tengono in vita, non è tuttavia da imputare a distrazione o sbadataggine: l'oggetto-uomo è semplicemente "programmato" per non rendersi conto di tutto ciò e dunque per condurre una vita nella quale, senza mai domandarsi niente, deve essere il più possibile immedesimato ed identificato nei propri corpi fisico e mentale, dei quali talvolta è portato ad esaperarne il culto. Il suo scopo è produrre azioni e le azioni possono essere compiute con impegno e abnegazione solo se sono spinte dalla motivazione e dal desiderio di raggiungere gli ideali ipotizzati. Per assolvere a questo scopo, la supervisione e gestione dello strumento umano è stata affidata ad un'aspetto della sua mente, che potremmo definire mente razionale, o ego, che si occupa di creare la convinzione della capacità volitiva, ovvero l'illusione di essere colui che compie scientemente le proprie azioni, ed al tempo stesso di scatenare il compiersi delle azioni per tramite della spinta del desiderio. Questo, secondo la Scuola Advaita, è ciò che l'organismo psicofisico "uomo" è realmente. La realtà della vita è dunque assai diversa rispetto a come viene percepita dalla macchina-uomo ma l'uomo non è in grado di percepirne il vero senso in quanto il suo compito è produrre le azioni che creano a loro volta i rapporti socio-emozionali tra individui, che sono alla base della manifestazione fenomenica spazio-temporale a quattro dimensioni. Oltre che per cercare di soddisfare i propri bisogni primari, l'uomo impiega il suo tempo terreno creandosi una serie di infinite necessità fittizie e sperimentando in contrapposizione sensazioni quali la gioia o il dolore, la gratificazione o la frustrazione, ovvero dando manifestazione agli opposti interdipendenti imprescindibili nel concetto di dualità sul quale si regge tutta la manifestazione. Essendo questa manifestazione puramente illusoria, in quanto scaturita dal riflettersi in Se Stessa della Divina Sorgente, l'oggetto-uomo cessa di considerarsi soggetto solo per volere dell'Assoluto, senza che nessun merito o demerito attribuibile alla macchina umana possa influenzare questo evento. La moltitudine degli oggetti umani è programmata per svolgere un ruolo di semplice comparsa e nel Suo Divino Sognare la Sorgente apre alla Consapevolezza, risvegliandoli, solo un esiguo numero di macchine dormienti. Nessun essere umano può quindi incamminarsi sulla via che conduce all'Illuminazione se non per Divina Scelta. Un qualsiasi sforzo compiuto in tale direzione, essendo uno sforzo compiuto dall'ego stesso, non fa che condurre nella direzione completamente opposta, ovvero ad un rafforzamento del proprio egocentrismo per l'orgoglio e la gratificazione conseguenti agli eventuali "successi spirituali" raggiunti. Solo un sereno abbandono alla Volontà Creatrice può aprire la strada ad una lenta e costante evoluzione, volta al dissolvimento totale di quell'ego umano che crea il senso di individualità, di separazione dal Tutto, di essere l'artefice delle proprie azioni e di colui che gode dei risultati ottenuti. Le albe ed i tramonti che la natura offre sono comunque bellissimi anche se visti dagli occhi del Saggio, oramai non più identificato con il suo corpo-mente ma completamente fuso in Unione con la Sorgente.