Meditazione sulla rassegnazione all'imprevedibilità del tempo e della vita
sebbene tu desideri il sereno
ed ogni giorno offre ciò che vuole
sebbene ciò non ti soddisfi appieno
La nostra esistenza è contornata di eventi che siamo costretti ad accettare e subire in quanto siamo consapevoli di non avere nessun potere per apportarvi alcuna modifica. Un esempio banale ma significativo sono le condizioni del tempo metereologico, che può rendere lieta o tristissima la nostra giornata. Il condizionamento che l'organismo corpo-mente ha assorbito fin dalla tenera età, abituandosi all'alternanza sole / pioggia, caldo / freddo eccetera, ha fatto sì che l'uomo, pur dispiacendosi per un giorno di pioggia o gioendo per una calda giornata di sole, sia comunque fermamente convinto che non potrà mai fare nulla per modificare il tempo metereologico, almeno fino a quando la scienza non avrà fatto i progressi necessari. Grazie a questo condizionamento che ci ha abituato a pensare come inevitabile la casualità del meteo, esiste dunque una sorta di stato di rassegnazione che si manifesta automaticamente allorquando il tempo che osserviamo dalla finestra non è quello che desideravamo che dovesse essere per realizzare i nostri programmi. Perché un analogo condizionamento non si è radicato nell'uomo anche per quanto riguarda gli avvenimenti della vita? Se qualcosa non va per il verso giusto, anziché rassegnarci e considerare l'evento come puramente casuale, come la pioggia o il sole, l'essere umano inizia immediatamente a recriminare, a trovare responsabilità proprie o altrui, ad invocare l'ingiustizia, divina o terrena. Eppure, fin da bambino l'uomo si è sempre dovuto confrontare con successi e sconfitte, gioie e dolori, ma il suo trascorso non ha tuttavia creato quel condizionamento che, come per il tempo metereologico, lo invita ad una pacata rassegnazione. La risposta a questa incongruenza comportamentale risiede esclusivamente su come l'essere umano è stato "programmato" ad agire fin dal momento del suo concepimento nel grembo materno. Facciamo un passo indietro e ripercorriamo quanto abbiamo detto finora da un diverso punto di vista: dal punto di vista della Scuola Advaita... secondo la quale l'organismo corpo-mente, altrimenti definito uomo, non è che uno dei miliardi di riflessi illusori della Coscienza Universale che, divenuta Coscienza Individuale identificandosi nella materia inerte e in tutti gli organismi senzienti, per loro tramite può percepire Se Stessa nella manifestazione del mondo fenomenico duale. Per non rimanere perennemente immobile nella sua staticità, la manifestazione necessita di azione ed è per questo motivo che l'essere umano è stato dotato di un ego, il cui scopo è credere di avere capacità volitiva e di generare il desiderio, motore indispensabile al compimento dell'azione. Senza il desiderio, nessun uomo si alzerebbe mai dal letto: anche la necessità di lavorare sottintende il desiderio di guadagnare uno stipendio con il quale l'individuo può riuscire a soddisfare le sue necessità primarie ed i suoi desideri voluttuari. Il libero arbitrio che l'ego è convinto di possedere è quindi il volano dell'azione e conseguentemente del manifestarsi dei rapporti interpersonali tra gli individui che sono l'oggetto di sperimentazione e di conoscenza della Coscienza Personale identificata in ciascun essere vivente. L'ego umano non si può arrendere ai fatti della vita ma deve continuamente combattere per il soddisfacimento dei propri desideri. Fermarsi, significherebbe per l'ego il proprio annichilimento e tutto il gioco della manifestazione si fermerebbe con lui. Per questi motivi l'organismo corpo-mente è programmato alla continua azione e le disavventure che la vita gli riserva non possono condizionare la sua volontà di azione. Laddove la Coscienza apre uno spiraglio di Consapevolezza tramite l'intuizione, l'oggetto-uomo prescelto (dalla Coscienza stessa e non per suo merito) comprende che le sue azioni non sono realmente "sue" ma sono solo reazioni del suo cervello a pensieri ed avvenimenti che gli sono semplicemente accaduti. Grazie al raggiungimento dell'Illuminazione, il Saggio comprende che nulla può contro una giornata di pioggia così come nulla può contro un qualsiasi evento che il suo vivere illusorio gli propone. La sua vita continua normalmente ma il suo ego è oramai distrutto e conseguentemente non è più l'organismo corpo-mente che opera bensì è la Coscienza Risveglia in quell'organismo che testimonia l'accadere della manifestazione.