Meditazione sulla comprensione in vita
Hai solo questa vita per capire
che tutto ruota attorno a ciò che sei.
Nel film che un dì ti porterà a morire,
farai le tue comparse e i tuoi camei!
La vita appare lunga, niente sembra metterci fretta. Siamo convinti che il tempo terreno che abbiamo a nostra disposizione sia talmente abbondante da poterci permettere qualsiasi digressione esistenziale. Ci allontaniamo dal tema fulcro della nostra vita lasciandoci deviare dagli eventi su percorsi alternativi, che sembrano meglio rispecchiare le nostre umane esigenze di soddisfacimento delle ambizioni terrene. Temi ed argomenti più o meno lontani dal motivo centrale della vita ci vedono attivamente partecipi e coinvolti nelle vicissitudini quotidiane, sempre in cerca dell’esaudimento dei nostri desideri egoistici. Alcune dottrine insegnano che ciò che stai facendo in questa vita è il risultato di quanto hai computo nelle tue esistenze precedenti. La legge del Karma ci offre un comodo svicolare dal timore di una morte certa, convinti che nell’esistenza successiva avremo la possibilità di recuperare il tempo perduto. Anche la fede in una vita eterna ultraterrena è un buon motivo per compiere in esistenza lo stretto indispensabile per meritarsi la gloria divina, utilizzando poi gran parte del tempo rimanente alla ricerca del soddisfacimento delle nostre ambizioni personali. L’Advaita Vedanta insegna che l’essere umano non è altro che pura illusione che appare in un universo fenomenico, anch’esso illusorio. Tuttavia, ciò non significa che, trattandosi di vita illusoria in un mondo illusorio, sia lecito dedicare la nostra esistenza al semplice appagamento dei bisogni fisici e psicologici che la macchina-uomo produce incessantemente. La scuola del Non-Due afferma infatti che l’uomo non è altro che la Coscienza Universale Impersonale che si è identificata in un organismo corpo-mente, tramite il quale è in grado di esperire Se Stessa. È dunque l’Assoluta Potenzialità del Tutto che crea l’illusione-uomo ed è la Sorgente stessa che dispone ciò che la mente umana debba pensare e come debba agire durante il suo soggiorno terreno. La Volontà Divina prevale ovunque e l’uomo, per quanto sia convinto di essere dotato di libero arbitrio e di capacità volitiva, non è che un semplice strumento illusorio nelle mani dell’Assoluto. Il comportamento che ciascun essere umano assume durante la propria vita è dunque determinato esclusivamente da ciò che accade nell’assoluta manifestazione impersonale. Niente l’uomo può decidere: né di fare, né di pensare. La Divina Ipnosi che avvolge la mente umana rende l’individuo talmente coinvolto nel suo esperire sensorialmente la propria esistenza che nessun pensiero rivolto alla sua natura divina sembra fare breccia nell’umana quotidianità. La Sorgente si identifica in tutta la manifestazione fenomenica: è immanente in tutto ciò che esiste, o sembra esistere… La Coscienza Personale individualizzata in ciascun essere umano senziente appare essere alla costante ricerca del Risveglio di Se Stessa, ma sia l’ego che la mente sembrano essere sia strumenti percettivi che insormontabili impedimenti al Risveglio della Coscienza. Cosa può dunque fare, l’uomo? Per quanto strana possa apparire, la risposta è Nulla! Essendo un semplice oggetto mentale, l’essere umano non può fare assolutamente niente per accelerare o ritardare l’evoluzione della Coscienza che lo abita. Non è dunque l’uomo il destinatario di questo aforisma bensì la Coscienza stessa, che si auto-ricorda di avere a disposizione solo questa esistenza, nelle vesti di quel particolare uomo-oggetto, per riconoscersi come divina emanazione. La vita umana pullula di accadimenti che rendono l’uomo talvolta protagonista, talvolta semplice comparsa. Per quanto l’ego possa compiacere se stesso per il livello raggiunto, o possa biasimarsi per la sua mediocrità, tutto ruota intorno alla Coscienza identificata, alla quale (non me ne voglia l’uomo!) sono rivolte queste parole in quanto, ovunque, esiste solo la Coscienza che parla alla Coscienza.