Meditazione sulla persona Illuminata
Nessuno è una persona illuminata
e mai nessuno al mondo lo sarà.
Quando il Risveglio accade, è sgominata
la falsa idea di personalità.
Molte scuole, molti guru, maestri o insegnanti, si autoproclamano persone “illuminate”, ovvero esseri viventi individuali che hanno raggiunto la realizzazione del Sé. Nelle loro scuole, ashram, o durante i loro corsi di meditazione, promettono ai loro allievi che, solo se seguiranno con dedizione i loro insegnamenti, potranno ambire a raggiungere anch’essi l’Illuminazione, purché si impegnino a seguire i suggerimenti dell’insegnante con costanza, sforzo, dedizione e sacrificio. Per chi conosce gli insegnamenti della scuola Advaita Vedanta, la scuola del “non duale”, è facile evincere che questo impegno e sacrificio nella ricerca del Risveglio, per quanta disciplina si possa applicare, non porterà mai l’adepto all’ Illuminazione, anzi, lo allontanerà ancor di più da quell’ipotetico momento. I motivi di ciò sono sostanzialmente due. Il primo motivo è che fino a quando la realizzazione è ricercata e desiderata da un uomo che considera ancora se stesso come un essere individuale, soggetto con capacità di libero arbitrio e scelta nel compere le proprie azioni, qualunque tentativo o sforzo non farà altro che rafforzare la sfera egoica e individuale del presunto soggetto. In questo primo caso è l’ ”io”, l’ego umano individualista e separato, che cerca la gratificazione alla quale dovrebbe condurre l’Illuminazione. Esiste ancora un desiderio soggettivo che sprona l’ego a soddisfare i propri desideri per ottenere “qualcosa in cambio”; non è importante se questo “qualcosa” è un obiettivo eccelso come l’Illuminazione: si tratta pur sempre di un desiderio egoistico. Il secondo motivo è molto più semplice da spiegare, anche se difficilissimo da comprendere ed accettare. Anche se nel mondo fenomenico duale della manifestazione quadridimensionale nella quale appare l’uomo sembra che, relativamente, esistano ed operino individualità senzienti che cercano la Realizzazione nel Divino, nella realtà Advaita (non duale) dell’Assoluta Potenzialità, oltre i concetti di spazio e tempo, non esiste alcun individuo che non sia, al massimo, un fantasma apparso dalla manifestazione onirica divina. Chi, dunque, sta cercando di raggiungere cosa? Solo la Sorgente è l’unica che realmente È: null’altro esiste al di fuori della Sorgente in quanto non esiste un “esterno” al Tutto. L’uomo-fantasma sognato dal Divino e vittima della Sua Divina Ipnosi non può fare alcunché perché, essendo un falso soggetto immaginato, rispetto alla Realtà è inesistente e dunque non ha alcun potere. Ecco che l’Illuminazione può “accadere”, ma senza un soggetto che realmente si Illumini e possa realizzare se stesso nel Divino. L’Illuminazione accade illusoriamente nell’ambito del concetto spazio-temporale, dove tutto sembra avere esistenza separata e scorrere dal passato al futuro. Nell’Assoluto tutto è già “Illuminato” e Risvegliato” in quanto la Sorgente è atemporale e immanente in tutto ciò che sembra esperire. Dunque, il Saggio non si lascia illudere ed irretire da queste false promesse terrene che insegnano percorsi trascendentali che potrebbero condurre l’uomo all’Illuminazione. Il Saggio sa che egli stesso è il Divino e che l’Illuminazione è sempre stata “sua” dall’eternità e per l’eternità. Per comprenderla, con semplice e spontanea capacità intuitiva, non deve fare altro che abbandonare la sua falsa illusione di percepirsi un essere separato dal Divino e ritrovare se stesso, nella stessa Sorgente dalla quale l’ego lo ha illusoriamente separato.