Riflesso di me stessa ma identificata
in questo oggetto umano, in questo corpo-mente.
IO SONO la Coscienza, niente mi ha creata
poiché sono il Divino, sono la Sorgente.


Nan Yar?
Tat Tvam Asi!

"IO SONO CIO' PER CUI SO CHE IO SONO"

Meditare con la Poesia

Meditazione sull'attesa in fiducioso abbandono



Siediti in vetta alla collina e attendi
che il sole del tuo io sia tramontato.
Non aver fretta: il tempo che qui spendi
verrà dal vero Sé ricompensato.

L'ego umano vuole arrivare. É fermamente convinto di possedere libero arbitrio e dunque volontà e capacità di agire per indirizzare la propria esistenza verso il soddisfacimento di qualunque ideale, compreso quello di raggiungere l'Illuminazione. Fin dalla tenera età, l'organismo corpo-mente è stato condizionato al "dare per ricevere": gli è stato insegnato che senza impegno e sforzo non è possibile raggiungere nessun risultato. Al tempo stesso, l'individuo che si mostra rassegnato viene sempre stato tacciato di fatalismo nullafacente. Questo comportamento apatico e apparentemente ozioso può essere però oggetto di giusta critica limitatamente all'interno della sfera relativa del mondo fenomenico duale manifesto, nel quale appaiono vivere gli uomini-oggetto. Poiché la Divina Ipnosi impedisce all'ego di conoscere la vera realtà delle cose, l'individuo egoico ritiene che lo stesso concetto condizionante "sforzo = risultato" possa essere applicabile anche alla ricerca interiore dell'Illuminazione, o Risveglio, con il risultato che qualunque suo sforzo fisico o mentale, invece di avvicinarlo, lo condurrà ad un ulteriore allontanamento dalla Realtà. Chi compie, se non l'ego individuale, lo sforzo di dedicarsi alle pratiche meditative, allo yoga, alla introspezione, alla lettura di testi esoterici? Chi, se non l'ego, sta cercando di raggiungere la propria Illuminazione "soggettiva"? In un mondo di sogno, nessun impegno egoico individuale può condurre l'organismo corpo-mente a risvegliarsi dallo stesso sogno nel quale appare agire! Il Saggio percepisce che la sola e unica realtà esiste al di là dei concetti di spazio e di tempo. Sa che ogni sua azione volontaria è puramente immaginaria e di conseguenza agisce ed opera nel mondo, consapevole della commedia che è chiamato a recitare. Riguardo al Risveglio Interiore, però, il Saggio si pone in uno stato di totale e fiducioso abbandono. Si siede metaforicamente sul crinale più alto della sua fittizia collina esistenziale e lassù attende in quiete che il falso sole dell'ego umano tramonti definitivamente, non tanto per merito suo quanto per esclusiva volontà della Sorgente Divina. Il Saggio nulla rinnega di se stesso e del suo operato: sa che tutti gli avvenimenti che hanno condizionato la sua vita e tutte le scelte apparentemente soggettive che sembra aver compiuto non sono altro che la manifestazione della Sorgente nel mondo fenomenico apparente. Il Saggio lavora, medita, studia, confronta le proprie opinioni con le opinioni altrui, ma non vive la vita in prima persona, sapendo che l'unico Soggetto è la Sorgente della quale è solo un illusorio riflesso.