La Mortale Commedia - versi 52-57 canto I - Dal libro "Trilogia Dell' (non) Essere"
"La Mortale Commedia"
canto I - versi 52-57
Dal libro "Trilogia Dell' (non) Essere"
1-52 Ma prima o poi dal collo dell'imbuto
1-53 han da passare tutti, belli e brutti,
1-54 e a ognuno sarà dato il benvenuto!
1-55 Il mare non rinnega mai i suoi flutti,
1-56 così come la pianta non si tedia
1-57 di partorire per chiunque i frutti!
LA MORTALE COMMEDIA (2020)
La Mortale Commedia, il testo poetico che chiude il libro è il primo tentativo di riscrivere La Divina Commedia di Dante, a 700 anni esatti dalla morte del poeta fiorentino. Con l’atteggiamento dell’allievo, umile e mai borioso, Carlo architetta una musicalità perfetta e funzionale con cui vestire gli insegnamenti umani e morali di cui anche La Commedia abbondava: una calma catarsi dell’anima, che piano piano con la guida del proprio maestro, conduce l’io alle vette della consapevolezza. Non poco della scrittura di Dante confinava con l’esoterismo e la magia, con il viaggio di interpretazione filosofica, con il tema dell’io; la raccolta che chiude l’opera e tutto il libro colgono e riproducono quest’atmosfera perduta. Liberamente ispirata all' Opera originale, la “Mortale Commedia” di Jader propone al lettore una chiave interpretativa inedita ed inconsueta, trasformando il viaggio nell'Inferno Dantesco in un percorso non tanto di condivisione spirituale evolutiva con il lettore, quanto di unicità intimamente ed essenzialmente trascendentale. Essere e (non) Essere giungono alfine ad assumere la stessa eterea natura del Tutto e del Nulla, in perfetta armonia con quanto insegnato dai grandi Maestri Advaita.