“Prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lagrime.” Martedì 15 aprile 2025 - ore 19,30
Prato, martedì
15 aprile 2025 – ore 19,30
Tema
dell’incontro:
« La Luce sul Sentiero »
Non
conosciamo guida migliore per la vita interiore, dei precetti contenuti nel
piccolo manuale « La Luce sul Sentiero » ispirato a Mabel Collins da
qualche Mente superiore (incarnata o disincarnata).
Giova
dichiarare che « La Luce sul Sentiero » è effettivamente uno scritto ispirato
in cui ogni parola è scelta così accuratamente da prestarsi a varie
interpretazioni, recando quel messaggio adatto alle necessità di ciascun
lettore a seconda del suo stadio di sviluppo, ciò che rende questo piccolo
libro diverso dalle opere usuali. Il lettore deve, per così dire, lasciare che
le parole si impadroniscano di lui prima di poterne ritrarre i desiderati
vantaggi ed effetti.
Si tratta di
un manoscritto di foglie di palma, incalcolabilmente antico, tanto antico che
prima del tempo di Cristo gli uomini ne avevano già dimenticata la data e il
nome dell'autore, e ritenevano che la sua origine si perdesse nell'antichità
preistorica. Il manoscritto consta di dieci foglie e su ciascuna foglia sono
scritte solo tre righe, poiché in un manoscritto di foglie di palma i caratteri
sono scritti per il lungo e non per il largo, come nelle nostre pagine. Ogni
riga è completa in sé, cioè consiste di un breve aforisma. Il Maestro Veneziano
tradusse questi aforismi dal sanscrito in greco per uso dei suoi discepoli
Alessandrini, uno dei quali era il Maestro Hilarion…
LA LUCE SUL SENTIERO
I
Queste
regole sono scritte per tutti i discepoli. Attienti ad esse.
Queste
Regole sono veramente scritte per tutti i discepoli, e sarà bene per noi
volgere ad esse la nostra attenzione Queste Regole provengono a noi da “Color
che sanno” e valgono per tutti quelli che calcano il Sentiero; per essi
furono scritte e non ve ne sono di migliori. (*)
Prima che
gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lagrime. Prima che
l'orecchio possa udire, deve aver perduto la sua sensibilità. Prima che la voce
possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire.
Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono
essere lavati nel sangue del cuore
“Prima
che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lagrime.”
Prima
che gli occhi possano vedere con la chiara visione dello Spirito, devono essere
divenuti incapaci delle lacrime causate dall’orgoglio ferito, dalla critica
malevola, dall’insulto non meritato, dalle osservazioni scortesi, dalle
mancanze di riguardo, dal sarcasmo, dalle noie, dalle contrarietà, dalle delusioni
della vita quotidiana. Non intendiamo dire che l’anima si debba indurire a
queste cose; la durezza non fa parte degli insegnamenti occulti. Sul piano
materiale si è costantemente alla mercé di altri che sono sullo stesso piano e
quanto più uno ha affinato la propria costituzione, tanto più acutamente sente
il dolore che la vita gli infligge per il tramite di agenti esteriori. Chi
tenta di reagire, di contraccambiare i colpi che riceve con altrettanti colpi
di uguale natura, rimane sempre più intricato nella rete della vita materiale.
L’unica via di salvezza sta nel crescere tanto da potersi sollevare al di sopra
di questo piano di esistenza e dimorare nelle più alte regioni della Mente e
dello Spirito.
Ciò non
significa che si debba fuggire da mondo; al contrario, tentando di appartarcene
prima di avere imparato le sue lezioni saremo nuovamente sospinti in esse tante
e tante volte ancora, finché non ci metteremo tranquillamente a compiere il
nostro dovere. L’uomo spirituale, pur essendo immischiato nella lotta
quotidiana, anzi trovandosi in prima fila, può vivere in modo da mettersene al
di sopra, stimandola per quel che vale e cioè quale puerile trastullo di uomini
e donne ancora bambini. Egli prende parte al giuoco, eseguisce bene la propria
parte, ma sa che è un giuoco, e non la vita vera. Giunto a questo, egli
comincia a sorridere fra le lacrime quando, nell’ardore del giuoco, qualcuno lo
getta a terra; poi a poco a poco cessa di piangere fino a che il sorriso si
sostituirà completamente alle lacrime, poiché infatti quando le cose sono
stimate al loro giusto valore, non si può fare a meno di sorridere di se stessi
e degli altri.
Guardandosi
attorno e vedendo i meschini trastulli ai quali gli uomini dedicano la loro
esistenza, ritenendoli qualcosa di reale, non possiamo che sorridere, così come
l’uomo già sveglio e cosciente della realtà delle cose è mosso al sorriso
osservando la parte che è costretto a recitare nel mondo. Tutto ciò non è né un
sogno né un’idea inattuabile. Colui che è sul Sentiero deve essere coraggioso
ed acquistare il dominio sulla natura emotiva…(*)
(*) Commento
di Yogi Ramacharaka tratto da “Corso Superiore di Filosofia Yoga” - anno di 1°
pubblicazione: 1911