“Prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lagrime.” Martedì 15 aprile 2025 - ore 19,30



Prima che gli occhi possano vedere…

Prima che gli occhi possano vedere
senza più un ego, senza più una mente;
guardando con la Luce del Sapere,
vedendo ciò che siamo veramente…

Prima che in te lo Spirito Divino
scacci ogni abbaglio e prenda il sopravvento…
le lacrime che bagnano il cammino
dovranno rimaner senza alimento.

Pane per le tue lacrime è l’orgoglio,
la critica malevola, l’insulto.
È il desiderio che fa dire “voglio”;
è personalità, con il suo culto.

È ogni delusione che la vita
con ritmi quotidiani ti propina.
È l’opera che non hai mai finita;
è il dubbio che ti assale ogni mattina.

Se vuoi “vedere” ciò che ti è celato,
vivi la vita con disinteresse.
Non rimanere sempre più intricato
in questa rete che la vita tesse.

Non meditar vendette o ritorsioni
contraccambiando i colpi ricevuti:
gli uomini sono fatti di illusioni,
se li assecondi, invero non li aiuti!

Poniti un palmo sopra ad ogni evento,
non ti appartare e non restar coinvolto.
La vita è un gioco: sia divertimento
per te che vuoi scoprirne il vero volto!

Uomini e donne, al pari di bambini,
ti metteranno sempre più in disparte
poiché alle loro leggi non ti inchini.
Prestati al gioco: recita la parte!

Sorriderai, allor che avrai capito
che l’uomo sta vivendo un’esistenza
senza guardar la luna, bensì il dito,
senza capirne la sua vera essenza.

Solo trastulli, futili ideali…
Ma tu sarai già sveglio e ormai cosciente
che ogni uomo indossa un paio d’ali:
c’è chi le apre, e aiuta molta gente!

Jader

Prato, martedì 15 aprile 2025 – ore 19,30

 

Tema dell’incontro:

 

 

« La Luce sul Sentiero »

 

Non conosciamo guida migliore per la vita interiore, dei precetti contenuti nel piccolo manuale « La Luce sul Sentiero » ispirato a Mabel Collins da qualche Mente superiore (incarnata o disincarnata).

Giova dichiarare che « La Luce sul Sentiero » è effettivamente uno scritto ispirato in cui ogni parola è scelta così accuratamente da prestarsi a varie interpretazioni, recando quel messaggio adatto alle necessità di ciascun lettore a seconda del suo stadio di sviluppo, ciò che rende questo piccolo libro diverso dalle opere usuali. Il lettore deve, per così dire, lasciare che le parole si impadroniscano di lui prima di poterne ritrarre i desiderati vantaggi ed effetti.

Si tratta di un manoscritto di foglie di palma, incalcolabilmente antico, tanto antico che prima del tempo di Cristo gli uomini ne avevano già dimenticata la data e il nome dell'autore, e ritenevano che la sua origine si perdesse nell'antichità preistorica. Il manoscritto consta di dieci foglie e su ciascuna foglia sono scritte solo tre righe, poiché in un manoscritto di foglie di palma i caratteri sono scritti per il lungo e non per il largo, come nelle nostre pagine. Ogni riga è completa in sé, cioè consiste di un breve aforisma. Il Maestro Veneziano tradusse questi aforismi dal sanscrito in greco per uso dei suoi discepoli Alessandrini, uno dei quali era il Maestro Hilarion…

 

LA LUCE SUL SENTIERO

 

I

 

Queste regole sono scritte per tutti i discepoli. Attienti ad esse.

 

Queste Regole sono veramente scritte per tutti i discepoli, e sarà bene per noi volgere ad esse la nostra attenzione Queste Regole provengono a noi da “Color che sanno” e valgono per tutti quelli che calcano il Sentiero; per essi furono scritte e non ve ne sono di migliori. (*)

 

Prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lagrime. Prima che l'orecchio possa udire, deve aver perduto la sua sensibilità. Prima che la voce possa parlare in presenza dei Maestri, deve aver perduto il potere di ferire. Prima che l'anima possa stare alla presenza dei Maestri, i suoi piedi devono essere lavati nel sangue del cuore

 

 

“Prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lagrime.”

 

Prima che gli occhi possano vedere con la chiara visione dello Spirito, devono essere divenuti incapaci delle lacrime causate dall’orgoglio ferito, dalla critica malevola, dall’insulto non meritato, dalle osservazioni scortesi, dalle mancanze di riguardo, dal sarcasmo, dalle noie, dalle contrarietà, dalle delusioni della vita quotidiana. Non intendiamo dire che l’anima si debba indurire a queste cose; la durezza non fa parte degli insegnamenti occulti. Sul piano materiale si è costantemente alla mercé di altri che sono sullo stesso piano e quanto più uno ha affinato la propria costituzione, tanto più acutamente sente il dolore che la vita gli infligge per il tramite di agenti esteriori. Chi tenta di reagire, di contraccambiare i colpi che riceve con altrettanti colpi di uguale natura, rimane sempre più intricato nella rete della vita materiale. L’unica via di salvezza sta nel crescere tanto da potersi sollevare al di sopra di questo piano di esistenza e dimorare nelle più alte regioni della Mente e dello Spirito.

Ciò non significa che si debba fuggire da mondo; al contrario, tentando di appartarcene prima di avere imparato le sue lezioni saremo nuovamente sospinti in esse tante e tante volte ancora, finché non ci metteremo tranquillamente a compiere il nostro dovere. L’uomo spirituale, pur essendo immischiato nella lotta quotidiana, anzi trovandosi in prima fila, può vivere in modo da mettersene al di sopra, stimandola per quel che vale e cioè quale puerile trastullo di uomini e donne ancora bambini. Egli prende parte al giuoco, eseguisce bene la propria parte, ma sa che è un giuoco, e non la vita vera. Giunto a questo, egli comincia a sorridere fra le lacrime quando, nell’ardore del giuoco, qualcuno lo getta a terra; poi a poco a poco cessa di piangere fino a che il sorriso si sostituirà completamente alle lacrime, poiché infatti quando le cose sono stimate al loro giusto valore, non si può fare a meno di sorridere di se stessi e degli altri.

Guardandosi attorno e vedendo i meschini trastulli ai quali gli uomini dedicano la loro esistenza, ritenendoli qualcosa di reale, non possiamo che sorridere, così come l’uomo già sveglio e cosciente della realtà delle cose è mosso al sorriso osservando la parte che è costretto a recitare nel mondo. Tutto ciò non è né un sogno né un’idea inattuabile. Colui che è sul Sentiero deve essere coraggioso ed acquistare il dominio sulla natura emotiva…(*)

 

(*) Commento di Yogi Ramacharaka tratto da “Corso Superiore di Filosofia Yoga” - anno di 1° pubblicazione: 1911